Le lezioni ripartono ma le scuole vecchie e malconce sono un pericolo per gli studenti e il personale scolastico.
Degrado nelle scuole italiane. Intonaco che viene giù e crolli decisamente più pericolosi per chi vive quotidianamente nelle aule. Il 42% degli edifici scolastici del nostro Paese è stato costruito prima del 1976, la data di molti altri non è conosciuta. Secondo i dati di Cittadinanzattiva, sarebbero 45 i casi di crollo registrati negli istituti di vario ordine e grado fra settembre 2021 e agosto 2022.
Degrado degli edifici scolastici
Dopo il crollo della scuola Iovine di San Giuliano di Puglia, in Molise, l’attenzione si è spostata sul tentativo di monitorare le condizioni delle scuole italiane per tutelare insegnanti e studenti. Cittadinanzattiva presenta il XX Rapporto ”Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, correlato alla campagna avviata nel 2002. I dati raccolti dimostrano un numero di crolli elevato, fra settembre 2021 e agosto 2022.
Precisamente sono 45 i crolli registrati negli istituti di vario ordine e grado, una media di un episodio ogni quattro giorni di scuola. 16 avvenuti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna); 19 nel Nord, ovvero Lombardia, Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna; infine 10 nelle regioni del Centro: Toscana, Lazio.
Oltre a danneggiare gli arredi delle aule, sono stati anche ferite alcune persone. Il disagio ha causato conseguenze inevitabili alla didattica interrotta, e quindi anche ai ragazzi stessi e alle loro famiglie. Fortunatamente gli incidenti sono avvenuti quasi sempre nei weekend o in giorni festivi in cui le scuole erano chiuse.
Cosa dicono i dati
Oltre la metà degli istituti scolastici è privo delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi. Cercando l’origine di questa situazione di degrado, si rileva che insieme a ritardi e a una lunga interruzione nell’assegnazione dei fondi alle Province, c’è anche il problema delle classi sovraffollate.
Le Regioni più a rischio sono: la Valle d’Aosta (51,74%), l’Emilia Romagna (49,50%), l’Umbria (47,80%), il Molise (47, 05%). Tra le regioni con le percentuali più basse: Lazio (12,21%, Calabria (18,75%), Sardegna (22,81%). Inoltre, solo il 77% delle scuole è in possesso del documento di valutazione rischi, e il Piano di emergenza è stato redatto dal 79% delle scuole.